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Risparmiare decine miliardi all'anno sul debito Pubblico

Proposta di Parlamento 5 Stelle

Il debito pubblico italiano ammonta a 2000 miliardi di euro. Con un interesse del 5%, comporta 100 miliardi di euro di interesse l'anno. Una cifra enorme che assorbe gran parte delle entrate fiscali italiane.

La problematica del debito pubblico è riferibile al tasso di interesse e non debito in se. Questo è un concetto fondamentale. Paesi come il Giappone hanno un debito pubblico che supera di 2 volte il PIL ma con un tasso di interesse prossimo allo zero. La Germania ha un debito pubblico in valore assoluto simile a quello italiano, ma con un tasso di interesse molto inferiore.

Questa premessa per spiegare che il debito non va attaccato sul fronte del capitale, ma su quello degli interessi.

Come si riducono gli interessi sul debito? Facciamo un passo indietro e capiamo chi detiene il debito pubblico italiano. Questo è detenuto in piccola parte (il 14%) dai risparmiatori italiani, mente la maggior (86% ) parte è posseduto da banche italiane, istituti finanziari, banche straniere ed investitori esteri.

Quindi dei 100 miliardi pagati per interessi 14% ritornano alle famiglie italiane sotto forma di interessi e 86 vanno alle banche o all'estero.

Questa non è una sterile polemica sulle banche. Ma una valutazione pratica di come si risolve il problema. Un'altra domanda: con quale capitale le banche comprano il debito pubblico italiano? Con il denaro della banca centrale europea. La BCE infatti presta alle banche fondi all'1% con i quali queste acquistano i titoli di debito al 5%. Lucrando quindi un profitto del 4% praticamente esente rischi. Quindi possiamo calcolare su questi 86 miliardi di euro di interessi 17 miliardi tornano alla BCE e 69 miliardi restano come profitto alle banche.

Ora una persona ragionevole potrebbe chiedersi ma perchè la BCE invece di prestare soldi alle banche per comprare titoli di stato italiani all'1% non presta direttamente i soldi all'italia all'1% risparmiando 69 miliardi di euro l'anno di interessi?

La risposta che riceverete sarebbe: perchè il trattato europeo le vieta di farlo. Ed infatti è così, il comma 1 dell'art 123 del trattato di Lisbona dice esattamente: 1. Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi
altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale
europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate « banche centrali nazionali »), a istituzioni, organi od organismi dell’Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, cosı` come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali.

Ora a parte la follia insita nel impoverire un intero popolo per un articolo su un trattato che dovrebbe essere modificato. La maggior parte delle persone non legge il comma successivo, infatti nel comma 2 dello stesso articolo 123 si legge:

2. Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprieta` pubblica che, nel contesto dell’offerta di liquidita` da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati.

Si avete letto bene. Lo stesso articolo che vieta alla BCE di prestare denaro direttamente agli stati, da la soluzione nel comma seguente: la BCE può prestare denaro agli enti creditizi di proprietà pubblica. Quindi la BCE invece di prestare denaro alle banche private all'1% perchè acquistino i titoli di stato italiano al 5% può prestare queste somme ad un ente creditizio pubblico (come la Cassa Depositi e Prestiti) per acquistare i titoli di stato italiani.

Non consiglio comunque di non usare la CDP, ma di creare un nuovo ente creditizio pubblico solo per questo scopo. Che possiamo chiamare ECP (appunto: ente creditizio pubblico)

L'ente creditizio pubblico, poi, invece di dividere gli utili miliardari tra gli azionisti li riverserà nelle casse pubbliche. In questo modo si porta il costo del debito dal 5% all'1%. Infatti:

La BCE presta all'1% alla ECP. La ECP acquista titoli di Stato Italiano al 5%. Lucrando un profitto del 4%. Ma quel 4% viene restituito come dividendo all'azionista della ECP che è lo Stato Italiano. In questo modo l'onere effettivo del debito pubblico crolla e lo Stato Italiano ottiene un risparmio che può arrivare virtualmente fino a 80 miliardi l'anno (e cioè il risparmio che si otterrebbe se tutto il debito pubblico italiano avesse un tasso di interesse del 1%).

Questa operazione è finanziariamente ineccepibile e può essere fatta immediatamente perchè è contemplata dai trattati europei.

In Ministro del Tesoro deve dare immediatamente disposizione alla ECP di operare in questo senso (ed poi la magistratura dovrà indagare perchè questo mandato non sia stato dato negli anni precedenti facendo perdere allo stato centinaia di miliardi di euro).

Un'altro vantaggio enorme è che la ECP può agire di fatto come prestatore di ultima istanza. Eliminando qualunque rischio che le emissioni vadano scoperte. In questo modo il tasso di interesse riconosciuto sui titoli scende ulteriormente. Abbattendo ulteriormente l'onere complessivo sul debito.

Tempistica dell'operazione: la durata media dei titoli di stato italiani è di 5 anni. Questo significa che nel corso di una legislatura seguendo questa strategia è possibile acquistare buona parte del debito pubblico italiano.
Inoltre l' ECP può velocizzare l'operazione acquistando sul secondario i titoli già emessi. In tal modo i tempi si riducono ulteriormente.

Nota: I dati sono stati arrotondati per pura semplicità esplicativa.

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