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1464. Due tipografi tedeschi varcano le Alpi e scelgono un luogo preciso: Subiaco. Non è un caso, non è fortuna. È una scelta strategica che cambierà per sempre la storia culturale italiana.

Ma perché proprio Subiaco? Cosa trovarono Arnold Sweynheym e Conrad Pannartz tra quelle mura monastiche che rese possibile l'impossibile? E soprattutto: chi li chiamò davvero in Italia?
Dietro la nascita della prima tipografia italiana si nasconde una trama affascinante di cardinali visionari, monaci tedeschi, biblioteche segrete e scriptoria fiorenti. C'è un cardinale che vede nella stampa una "sancta ars" al servizio della Chiesa. C'è un papa che visita Subiaco nel 1461 lasciando un misterioso graffito. C'è un altro cardinale che fa stampare il primo libro romano con una tecnica innovativa per l'epoca.

Scopriremo come un monastero benedettino divenne il crocevia di una rivoluzione, e come quei primi libri "sontuosissimi" segnarono il trionfo di un nuovo gusto destinato a perpetuare "la sua singolare bellezza e il suo peculiare linguaggio".

Sarà Maria Antonietta Orlandi, esperta di storia della stampa e custode della memoria sublacense, a guidarci in questo intreccio di ambizioni religiose, innovazione tecnologica e scelte culturali che da Subiaco portarono la stampa italiana a conquistare Roma e poi il mondo.

Ospite:
Maria Antonietta Orlandi è un'esperta di storia della stampa e del monachesimo benedettino, membro fondatore del Comitato "La Culla della Stampa di Subiaco". Laureata in Letteratura latina medievale alla Sapienza, ha lavorato come bibliotecaria presso la Biblioteca Nazionale Santa Scolastica di Subiaco. Ha condotto importanti ricerche storico-paleografiche sugli scriptoria sublacensi e ricostruito la storia dei fondi librari dei monasteri. Tra le sue pubblicazioni e progetti di rilievo: studi sul monachesimo medievale, la curatela della ristampa anastatica del De Oratore di Cicerone (primo libro stampato in Italia, 1465), presentata alla Braidense nel 2015 con Umberto Eco.

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