Game of Loom: implementazione e prestazioni dei thread virtuali

I thread virtuali saranno molto probabilmente il prossimo grande punto di svolta nell'ecosistema Java, consentendo di avere la scalabilità dei modelli di programmazione asincrona con la semplicità del codice sincrono. La loro affermazione principale è che, a differenza dei thread nativi che sono una risorsa costosa e quindi scarsa, è possibile creare tutti i thread virtuali che si desidera con un impatto sulla memoria e sulle prestazioni noto e molto più economico rispetto a quelli nativi. Ma è sempre vero? Quali sono i costi della pianificazione di migliaia o addirittura milioni di thread virtuali? Il cambio di contesto più frequente ha implicazioni sulle prestazioni? Che dire dei cache miss che questi cambi di contesto potrebbero potenzialmente implicare? Cercheremo di rispondere a queste domande in modo divertente, analizzando un'implementazione del tradizionale Conway's Game of Life basato sul modello dei processi sequenziali comunicanti (CSP) e utilizzando sia thread virtuali che nativi con diversi algoritmi per confrontare le loro esibizioni. Sulla base di questa analisi cercheremo anche di derivare alcune regole empiriche su quando e come utilizzare i thread virtuali.

Mario Fusco è Senior Principal Software Engineer presso Red Hat e lavora come responsabile del progetto Drools. Tra i suoi interessi ci sono anche la programmazione funzionale e i Domain Specific Languages. È anche Java Champion, coordinatore di JUG Milano, frequente relatore e coautore di "Modern Java in Action" edito da Manning.